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Viaggiare per motivi di fede o di una ricerca interiore finalizzata a nutrire la propria anima e la propria spiritualità, visitando o percorrendo luoghi, edifici e itinerari religiosi, è un’attività centrale e in crescita nell’ambito dei cosiddetti turismi esperienziali. Già nel 2019, in periodo pre-pandemico, secondo i dati di UNWTO (l’Organizzazione mondiale per il turismo delle Nazioni Unite) e Isnart, il segmento veniva stimato a livello globale intorno ai 330 milioni di turisti. In ambito nazionale, il 2023 è stato un anno particolarmente significativo sotto questo profilo: nelle sole strutture religiose, senza contare quindi coloro che viaggiano per motivi di fede e spiritualità alloggiando in strutture tradizionali, secondo l’Associazione Ospitalità Religiosa sono stati accolti circa 5 milioni di viaggiatori, per un totale di almeno 20 milioni di presenze e una crescita del +46%. Tuttavia, tale ambito del viaggio esperienziale non convenzionale risulta complesso da definire rispetto ai confini e ai perimetri di riferimento.

Turismo religioso: quello più “classico”, fatto di visite a chiese, basiliche e santuari, che in Italia significa soprattutto luoghi rinomati quali la Basilica di San Pietro in Vaticano (11 milioni di visitatori l’anno), San Giovanni Rotondo (5,6 milioni di presenze annue), Assisi (5 milioni), Loreto (4 milioni), e infine Padova (per Sant’Antonio) e Pompei con 3 milioni ciascuno, ma anche di partecipazione a eventi e manifestazioni religiosi – da quelli globali come le Giornate Mondiali della Gioventù o il Giubileo che Roma ospiterà nel 2025 alle feste patronali sparse in tutta Italia – e di viaggi lungo cammini, percorsi e itinerari a sfondo religioso

Turismo monastico: si tratta di quei viaggi composti da visite e pernottamenti ad abbazie, conventi e monasteri, fenomeno che ha avuto un’impennata a partire dal 2018, quando si è registrato un raddoppio delle richieste rispetto all’anno precedente, passando dal 14% del totale dei turisti religiosi al 30% e che in Italia può contare su oltre 200 luoghi sparsi su tutto il territorio in grado di offrire anche ospitalità.

Turismo mistico: non è propriamente legato a ragioni di fede e religiose, ma rientra in una dimensione spirituale di raccoglimento e di isolamento. Sono esempi il cosiddetto turismo esoterico, caratterizzato dalle visite a luoghi dell’esoterismo e del mistero (per l’appunto non necessariamente riconducibili alla religione) o il turismo “eremitico” che spinge a un allontanamento e disconnessione temporanea dalla quotidianità per viaggiare e alloggiare in spazi vuoti e incontaminati.

Profilo del turista

immagine turista

Tra solitudine, raccoglimento ed esperienza comunitaria. Chi viaggia per motivi “religiosi” si affida spesso a iniziative e informazioni provenienti da enti terzi, in particolare associazioni e organizzazioni (parrocchie, diocesi, comunità); lo fa il 25%, dato più alto tra tutte le tipologie considerate, così come alto è il dato di chi viaggia da solo. La dimensione di “comitiva” è comunque un aspetto diffuso; è il viaggiatore che più di tutti viaggia in gruppi numerosi. Dove alloggia? Prevalentemente in hotel, ma anche in B&B e “alberghi diffusi”, utili per riscoprire il silenzio dei piccoli borghi. Percorre in media 376 km per un’esperienza (più della media) e privilegia viaggi medio-lunghi (il 45% tra quattro e sette giorni, il 15% oltre gli otto giorni). Spende circa 868 euro per la sua attività, secondo solo al turista sportivo. 

Luoghi, itinerari e destinazioni

Itinerari celebri e conosciuti a livello internazionale e cammini religiosi legati alle identità locali. Il panorama dei percorsi di carattere spirituale in Italia è variegato e disegna una geografia intimamente connessa ai luoghi della fede, del sacro, di testimonianze religiose stratificate nei secoli. L’offerta di cammini religiosi si articola anche in una serie di percorsi che raccontano il legame delle comunità territoriali con la vita cristiana.